non dirmelo çOç sono sneza computer ç_ç *questo è quello della sore*
BTW adesos vado a mangiare e stasera alle 8.30/9 lo posto +_+ *__*
EDIT: eccolo <3<3<3
~ 02 - Jessica e JaeJoong ~
E’ buio. Tanto buio.
Sembra che non ci sia nessuno.
Eppure.
Eppure, la luce nell’altra stanza è accesa.
- n-no per favore! Non farlo! -
La voce supplicante di una donna all’improvviso squarcia quel silenzio irreale
- non volevamo, veramente! Lasciaci andare! -
- … -
- ti prego! Per favore! -
- …è troppo tardi… dovevate pensarci prima... -
Uno sparo echeggia nell’ombra.
Un urlo straziante si leva per poi affievolirsi.
Sangue scarlatto macchia il pavimento.
- ….mamma? -
- … -
- chi sei?! Cosa hai fatto alla mia mamma?! –
- …decidi tu…se vivere o morire, ragazzina… -
- AH! -
Jessica si alzò di soprassalto.
Il suo cuore palpitava all’impazzata e il respiro affannoso era sempre più frequente.
Per istinto si passò una mano sulla fronte bagnata e si spostò i capelli. Cercò di calmarsi, di rammentare che era stato solo un butto incubo.
Si guardò intorno. La sua stanza era come l’aveva lasciata la sera prima: in perfetto ordine.
Sospirò pesantemente con gli occhi puntati alla finestra messa a coppo, dove un barlume di luce illuminava l’armadio bianco.
Era da parecchie notti che continuava a sognare sempre a stessa cosa.
Sconsolata guardò l’ora alla sveglia: erano le otto e un quarto. Era ora di alzarsi per andare a scuola.
Si mise in piedi in un battibaleno. Andò dritta in cucina e cercò nel frigorifero, un buono yogurt e qualche frutto.
Non era una grande mangiatrice.
Finì la sua ‘colazione’ piuttosto velocemente e si diresse al bagno per lavarsi il viso e di denti.
Si guardò allo specchio per qualche attimo. Sembrava che avesse appena ricevuto la scossa da quanto erano scompigliati i suoi capelli.
- ….mannaggia a questi capelli.. – sospirò amaramente cercando di spazzolarli a dovere - …mi faranno arrivare in ritardo!!-
Ci vollero quasi dieci minuti prima che il suo aspetto potesse definirsi presentabile.
Dopo essersi lavata per bene, andò in camera e cominciò a mettersi la divisa scolastica. Faceva caldo fuori, anche se non era stagione.
In realtà, non vedeva l’ora di fare quei benedetti esami scolastici per poi non avere più problemi. Conciliare il lavoro con la scuola era sempre stato un problema da quando era diventata Agente.
Problema cui sperava di porre rimedio il prima possibile.
Non appena fu pronta, prese la cartella che si trovava sopra la scrivania diligentemente ordinata e si precipitò letteralmente alla porta d’ingresso.
- so già che ne dirà di tutti i colori, mannaggia a me... – esclamò ad alta voce, sorridendo lievemente
**
- …Jung Jessica! -
- …ehm…siii? -
- … -
- … -
- …sei in ritardo!! -
- scusaaaa!!! -
Una ragazza, alta un po’ di più di Jessica e dai capelli neri scurissimi, guardò la giovane dall’alto in basso con una faccia imbronciata per finta. La divisa scolastica la slanciava ulteriormente, nonostante lo fosse già parecchio.
Aveva le braccia incrociate e se la rideva prontamente sotto i baffi alle moine dell’amica.
- Sica, non cambierai mai! – sorrise infine assumendo tutto un tratto, un’espressione allegra.
- non ho sentito la sveglia stamattina! – si scusò Jessica colpevole
- mmmh…questa scusa mi pare di averla già sentita XD -
- ti giuro che è vero! -
- buah! Meno male che la tua cara Yuri Unnie ha un cuore d’oro! – esclamò la giovane con un segno di vittoria trionfante.
- Si certo, a chi vuoi darla a bere? – rise la ragazza
- ehii! – sbottò Yuri
- dai su! Altrimenti arriviamo in ritardi per davvero! – esclamò Jessica
- agli ordini! -
Le due amiche presero a camminare lungo la direzione che le avrebbe condotte a scuola.
Si presero per mano come due ragazzine delle elementari. Era un gesto talmente quotidiano che per entrambe era normale routine mattutina.
Jessica, ogni volta che incontrava Yuri fuori di casa, non poteva fare a meno di ringraziare il cielo di avere un’amica come lei. Sin da piccole, erano sempre state insieme. Anche le loro rispettive madri erano state amiche e da che ricordava, era sempre stata con Yuri, anche alle elementari.
Era un’amica davvero speciale.
La capiva più di chiunque altro e la supportava sempre, in tutto ciò che faceva. Era intelligente e riusciva a trasmettere allegria a chiunque le restasse vicino per più di cinque minuti.
Inoltre, era anche una buona osservatrice. E questo impediva a Jessica di poterle raccontare troppe bugie.
E più di una volta, era stata colta dalla voglia, dal desiderio irrefrenabile di raccontare ogni cosa su di lei e sul lavoro che faceva.
Tuttavia, non ce l’aveva mai fatta anche perché era sicura che l’amica sarebbe potuta essere in pericolo, qualora gli avesse rivelato la sua vera identità.
Senza contare che non avrebbe mai potuto capire.
In effetti chiunque, se venisse a sapere che la migliore amica uccide le persone per lavoro, come minimo andrebbe alla polizia senza esitare.
O più semplicemente, la prenderebbe per pazza.
- …a proposito Yuri…come va a casa? – domandò Jessica apprensiva
- eh? - esclamò Yuri colta di sorpresa
- a casa…tuo padre come sta? -
- … -
Yuri sembrò incupirsi leggermente ma cercò di non darlo troppo a vedere.
- …bene! Ogni tanto lo aiuto all’officina! - sorrise – da…da quando è morta mamma è un po’ più dura… - sospirò
- lo sai! Se hai bisogno, conta pure su di me! - esclamò
Avrebbe fatto qualunque cosa per lei, anche ucciso se necessario.
Yuri la guardò colpita. Le sorrise dolcemente e le tirò una piccola pacca sulla spalla.
- non preoccuparti! Tu fai già troppo per me! – la incoraggiò - …e poi, YunHo mi è molto vicino in questo periodo… -
- come va tra voi? Fila tutto liscio? – domandò nuovamente Jessica
Nemmeno lei si rendeva conto della moltitudine di domande che stava ponendo all’amica ed era strano che non gli avesse ancora intimato di smetterla.
- oh si! È davvero molto premuroso! Mi è stato molto vicino in questo periodo… -
- e lo credo bene! - sbottò Jessica – se vengo a sapere che non è così lo faccio nero! E sia che posso Farlo! –
Yuri rise di gusto alla battuta-minaccia dell’amica
- Eheheh, credo che JJ non sarà d’accordo! - osservò
- e perché?! -
La ragazza non rispose. Si limitò a sorridere, proseguendo il cammino con una certa fretta. La campanella sarebbe suonata a breve.
La scuola per fortuna non distava meno di tre chilometri dall’appartamento di Jessica la quale, capì immediatamente cosa Yuri aveva voluto dire con quella frase nel momento stesso in cui varcò la soglia dell’edificio scolastico, insieme alla moltitudine di studenti che si apprestavano a raggiungere le proprie aule.
Ogni mattina era la stessa storia: il primo quadrimestre era appena iniziato e la gente stava già cominciando a dare i numeri con le paranoie ‘pre-interrogazioni’.
In lontananza, tra la folla, le due amiche notarono che altri due giovani le stavano chiamando con una certa voga.
Jessica rispose alla chiamata alzando il braccio e cercando di raggiungerli.
Entrambe rischiarono di investire tre ragazzini del primo anno ancora un po’ spaesati dalla nuova scuola.
- era ora ragazze! – brontolò JaeJoong non appena si raggiunsero
- e piantala! Sa che non è colpa nostra! - sbottò Jessica dandogli un bacio sulla guancia
- ogni mattina che passa sei sempre più ‘Ice’ – scherzò JaeJoong
- sarà la stagione… - sorrise lei complice
- YunHo! - esclamò al momento Yuri, saltando praticamente addosso al ragazzo, dai capelli corti castani, che si trovava accanto a JaeJoong
- eccolo qui il mio gattino! - sorrise lui abbracciandola
- come va? - gli domandò allegra
Jessica notava spesso e volentieri quanto Yuri, ogni volta che incontrava YunHo cambiava improvvisamente umore e diventava allegra e felice.
Già, doveva essere davvero importante per lei.
- non male! Ma mi sei mancata tanto! – sorrise YunHo
- ma smettila! Mi hai visto anche ieri! -
- appunto! È passato troppo tempo! – esclamò dandole un bacio
- …quanto li invidio.. – sospirò JaeJoong ad alta voce con l’effettivo intento di fare in modo che Jessica reagisse.
E in effetti, ci riuscì, almeno in parte.
- ah si?! - bofonchiò la ragazza
- dai Sicaaa! Lasciati abbracciare! - sorrise timidamente JaeJoong
- scordatelo! Unisciti a loro!! -
- stavo scherzandoo!! – si scusò
- ah davvero? Beh, io no!! -
Nel frattempo, YunHo e Yuri se la ridevano sotto i baffi, tremendamente divertiti. Quella situazione per loro, era normale ‘pane quotidiano’
- su ragazzi…meno chiasso… -
Una voce interruppe le risate dei due giovani
A parlare era stato un altro studente, dietro di loro.
JaeJoong e Jessica si voltarono quasi spaventati e subito smisero di bisticciare. Per un attimo sembrava addirittura che stessero per inchinarsi davanti al suo cospetto.
Yuri e YunHo invece lo salutarono allegramente, senza badare agli altri due amici.
- s-scusaci…JunSu! – replicò Jessica un po’ titubante
Lui la osservò per qualche istante. Poi le sorrise, come un buon amico.
- niente ma…tra poco la campanella suona! Dovremmo già essere in classe… - osservò adocchiando gli ultimi studenti che entravano all’ingresso dell’edificio.
- il nostro JunSu è sempre preciso! – rise YunHo
- …ed è anche molto divertente…mi fa sbellicare come al solito! – scherzò JaeJoong – sembra più morto che vivo! -
Tutti risero. Jessica trovò di poco gusto la battuta mentre lanciava uno sguardo mortificato all’altro ragazzo che però evidentemente ne era rimasto divertito, tanto che la incitò a riderci sopra.
- JunSu Oppa! - intervenne Yuri
- dimmi? -
- LiYin Unnie ti aspetta in aula insegnati credo! Per discutere sull’assemblea di venerdì! -
- d-davvero? –balbettò il ragazzo
- si! Avrei dovuto dirtelo ieri ma mi sono dimenticata!! Scusami!! - esclamò mortificata
- nono tranquilla! Grazie invece, ora la raggiungo! - rispose lui
Si inchinò leggermente ai compagni e fece per andarsene un po’ di fretta, quando JaeJoong lo richiamò all’attenzione.
- ehi JunSu! - esclamò
- eh?! -
- …dopo torni a casa con noi? -
- … -
JunSu parve un po’ confuso da tale domanda. L’amico lo guardava speranzoso e, d’altro canto, anche gli altri sembravano fare lo stesso ai suoi occhi. O era solo lui ad immaginarselo?
Tuttavia, nonostante avesse voluto davvero poter dire di no, qualcosa glielo impedì.
- certo! – esclamò infine - …ci vediamo dopo! – sorrise andandosene
I quattro ragazzi rimasero a guardarlo, ridendo lievemente quando lo videro urtare per sbaglio uno studente del primo anno.
Nessuno di loro aveva mai occasione di poter vedere JunSu ridere. Anzi, in realtà erano rare le volte che rideva di gusto.
Sorrideva, ma quello per lui sembrava essere già una costrizione.
Sembrava quasi che ridere gli costasse più del rendere triste un amico, più del tradire. Forse, addirittura, più dell’uccidere.
Solo quando era con LiYin Unnie sembrava davvero un'altra persona.
Lei era una ragazza che stava in classe con Yuri e Jessica. Era la capoclasse non che rappresentante d’istituto. Era carina, premurosa e tremendamente dolce. Conosceva JunSu dalla prima media e, da ciò che aveva potuto notare Jessica, era l’unica che sembrava riuscire a rallegrare davvero JunSu.
Ed era anche, forse, l’unica persona alla quale il ragazzo voleva bene e soprattutto, alla quale ci teneva.
Tuttavia, a parte gli sbalzi di umore che aveva quando la vedeva, JunSu era di norma un ragazzo piuttosto tranquillo e tremendamente silenzioso, non che diligente ed estremamente violento all’occorrenza.
Forse non sembrava dalla corporatura, ma quando si arrabbiava, era assai difficile uscire illesi da una rissa con lui.
Yuri e YunHo erano fra i pochi ad andargli a genio. Probabilmente perché entrambi erano legati a Jessica e JaeJoong, i suoi
fratelli.
La loro compagnia non gli dispiaceva anzi, da qualche tempo li apprezza dava davvero molto o almeno, così aveva detto LiYin .
- Certo che…quando nomini LiYin cambia proprio umore eh? – osservò Yuri
- già… - sorrise lievemente Jessica
- dipende con che intenzioni pronunci il suo nome! - disse YunHo sospirando
- dai su gente! È ora di andare a rotolarci nei libri! - li incalzò JaeJoong dando un’occhiata all’orologio da polso che portava.
- …che scatole… - sbottò Yuri
- ci vediamo a ricreazione? - domandò YunHo che, nel frattempo, abbracciò la ragazza dolcemente
- si e no! – rise il ragazzo - io e Jessica vogliamo stare un po’ soli! -
- tsk…ma sentilo… - sospirò quest’ultima
JaeJoong le fece l’occhiolino e poi andò a ripararsi tra le braccia accoglienti di YunHo, che si staccarono da Yuri con estrema dolcezza.
Jessica in principio sbuffò.
Poi, un po’ pentita, gli lanciò un sorriso complice, salutandolo un cenno del capo.
**
Quelle due ore passarono lentamente, scandite dal grande orologio che si trovava al centro della parete dell’aula, sopra la lavagna.
La professoressa di Filosofia quando ci metteva del suo, era davvero noiosa. Del resto, anche la materia che insegnava non aiutava gli studenti a prestarle più di dieci minuti di attenzione.
Probabilmente, la professoressa stessa sapeva che a quei ventuno alunni, la vita di Kant non interessava minimamente. Tuttavia, faceva parte del suo programma e, cosa ancora più importante, faceva parte di ciò che avrebbero chiesto agli esami di maturità.
Era questo uno dei motivi per cui Jessica prendeva costantemente appunti. Lei e, forse, qualcun altro che quella mattina aveva fatto una dose pesante di caffè.
Nonostante il ronfare di Yuri, accanto a lei, non le permettesse di concentrarsi al meglio, le lezioni di filosofia per lei era un po’ come sondare sulla mente altrui.
Sapere cosa pensavano i filosofi del passato, e quali erano le loro motivazioni su codesti pensieri, l’aveva sempre affascina parecchio.
E sapeva anche di essere l’unica della classe a pensarla così. Forse era per questo che era l’unica ad avere dieci in quella materia ogni anno.
Al suono della campana poi, dopo aver svegliato l’amica, era corsa fuori in giardino di fretta e furia, ricordandosi che JaeJoong l’avrebbe aspettata al solito posto, dietro la scuola.
Una panchina sotto un salice.
Quello era il posto che più preferivano per trascorrere quel quarto d’ora in tutta libertà.
Ed era anche il momento più bello della giornata, per Jessica.
Come di consueto, aveva incontrato YunHo e SunSu lungo i corridoi. Quest’ultimo, l’aveva guardata, un po’ contrariato, ma senza farglielo notare.
Poi era uscita, voltando l’angolo, dietro la scuola. Al loro posto. Laddove vi era, come sempre, JaeJoong che l’aspettava.
- JJ! – esclamò la giovane sedendosi accanto a lui
- era ora! - sorrise lui contento di vederla
- scusami! La prof è stata più lenta del solito… -
- tranquilla, l’importante è che sei arrivata! – esclamò JaeJoong cingendogli le spalle con il braccio destro.
Jessica non poté fare a meno di arrossire.
Non amava quel genere di gesti da parte sua, tuttavia, ogni qualvolta che JaeJoong la toccava, l’accarezzava o la baciava, sembrava rinascere a nuova vita e si sentiva in paradiso.
Lui era il suo paradiso.
La giovane si lasciò coccolare per qualche istante, poi con delicatezza, fece vedere al ragazzo il cestino della merenda che aveva portato da casa. JaeJoong le sorrise dolcemente.
- hai portato la merenda oggi? - chiese
- già! Avevo voglia di una mela! Stamattina ho mangiato poco! – spiegò con pazienza
Poi, ne addentò un pezzo, dandone un assaggio anche al ragazzo, che accettò molto volentieri.
In realtà, entrambi quel giorno non sapevano di cosa parlare. Di solito, avevano una infinità di cose da raccontarsi, ma ultimamente accadeva sempre meno. Si limitavano a guardare gli altri studenti scherzare e ridere fra loro, un po’ invidiosi del tipo di vita che non loro avevano la possibilità di fare.
Certo, entrambi avevano degli amici, una persona con cui condividere tutto però, nonostante vivessero più o meno ad agiatamente, sapevano che la loro libertà era l’unica cosa che mancava e forse la più importante.
Non erano liberi.
Erano schiavi della R.A.R e lo sarebbero stati in eterno. Questo era il loro destino.
Lasciarla, scappare, sarebbe costato troppo.
La morte sarebbe stato il prezzo da pagare. E se anche fossero riusciti a scappare, sarebbero stati perseguitati per sempre.
Sarebbero diventati una minaccia. E le minacce andavano eliminate.
Già il fatto che fosse stato permesso loro di frequentarsi [senza dare nell’occhio ovviamente] era da considerarsi un grande privilegio.
Era stata Jessica a supplicare il loro ‘Allevatore’. E lui, dato che da sempre lei era stata la sua preferita, il che era palese dato che lei era l’unica ad avere un abitazione al di fuori dell’edificio della R.A.R, aveva accolto la richiesta con un misto di preoccupazione e soddisfazione.
- a proposito… - esclamò JaeJoong
- mh? -
- …il nostro caro Numero 02 ti ha seguito mentre venivi qui? – chiese serio
Jessica assunse uno sguardo un po’ accigliato.
- ..no…era con YunHo…non credo che ci stia spiando! - spiegò un po’ perplessa
Anche lei sembrava insicura delle proprie convinzioni
- … non mi convince per niente… -
- …JunSu non ci sta spiando! – insistette le ragazza
- come fai ad esserne così sicura? Quello vuole solo una bella promozione! Un passo falso da parte nostra e lui andrà dritto a dirlo al capo… -
- ma non lo farà! - replicò – lui è nostro amico! Ci vuole bene! -
- …non dirlo! Sai bene che da quando hai ucciso la madre di Yuri ci sta doppiamente addosso… -
Jessica a quelle parole si bloccò all’improvviso.
Guardò il suo ragazzo con un espressione spiacevolmente sorpresa.
S’incupì all’instante e si voltò dalla parte opposta a quella di JaeJoong.
Ogni giorno pregava per dimenticare.
E ogni giorno qualcuno riusciva a ricordarglielo.
A ricordarle che tipo di persona era.
Un’assassina.
Un’assassina che aveva ucciso la madre della sua migliore amica.
Che l’aveva vista piangere avanti alla sua tomba.
Che l’aveva confortata ed aiutata senza che lei si rendesse conto che l’assassino di sua madre era proprio davanti ai suoi occhi.
Si sentì stringere il cuore. Lo sentì scoppiare e le faceva davvero male.
JaeJoong la abbracciò da dietro, preoccupato.
- s-scusa! -balbettò - mi dispiace, so che vuoi solo dimenticare… - sospirò
Era vero, voleva dimenticare.
Però d’altronde, uccidere era da sempre stato il suo lavoro.
- …non preoccuparti… non è colpa tua… -
- invece si! – esclamò
- ma che dici JJ… -
- sono sempre il solito impetuoso! Non ricordo mai che…di giorno non sei più ‘Numero 03’… -
- …infatti sono solo una debole, di giorno… - sospirò lei con voce rotta
JaeJoong le sorrise dolcemente, un po’ contrariato.
- …no…di giorno sei semplicemente la mia Jessica…quella che amo alla follia! - esclamò - …quella Jessica dolce e indifesa che conosco solo io… -
- … -
- … -
- …è interessante… - sospirò infine la ragazza
- cosa? -
- …un agnello e un lupo che si amano…ha dell’incredibile… - sorrise
- … -
- … -
- …a me piacciono le favole… - sorrise infine JaeJoong - …soprattutto questa… -
Restarono abbracciati per tutta la durata di quel quarto d’ora.
Era triste pensare che i loro momenti di felicità insieme durassero così poco.
Momenti magici che si dissolvevano con il suono di quella maledetta campana.
E poi, avrebbero dovuto aspettare il giorno dopo per poter essere nuovamente felici.
Quella sera, come ogni sera, lei sarebbe tornata ad essere Numero 03.
E avrebbe ucciso ancora. E ancora.
E lui sarebbe tornato ad essere Numero 10.
E avrebbe aspettato ancora. E ancora.
Avrebbe aspettato che lei tornasse a essere lei.
Ad essere la sua Jessica
Edited by °Kikyo91° - 26/4/2009, 21:24