dopo 10 anni XDXD
~ 08 - La Razza Peggiore ~
5 Dicembre
- 27 giorni alla sentenza finale.
BANG
Un colpo secco, preciso e quasi silenzioso, venne sparato da quella pistola e andò a colpire proprio la fronte di quel manichino di cartone, utilizzato per le esercitazioni singole.
Il pupazzo, sembrò cadere all’indietro a causa della pressione, ma poi, si raddrizzò quasi subito.
Ne venne sparato un altro, e andò a centrare praticamente lo stesso punto del primo colpo.
Sembrava perfetto, ma non era ancora abbastanza.
- ….sono le sette ormai…andiamo a cenare? - chiese Jessica all’improvviso
Era seduta su una sedia, poco distante dal tiratore, a guardare quell’allenamento fuori orario, un po’ assonnata a dire il vero: era da quattro ore che lui continuava ad allenarsi senza riposare.
- solo un altro po’… - sospirò JaeJoong annuendo con la testa, distrattamente
- è da tre ore che non metti giù la pistola…hai fracassato per bene quel povero manichino innocente… - ridacchiò la ragazza giocando con una ciocca dei propri capelli
Lo continuò a guardare interessata e partecipe tutto ad un tratto. Non lo aveva mai visto così voglioso di allenarsi e probabilmente questo suo comportamento era stato spinto da JunSu.
Tuttavia, Jessica oltre all’intuito, aveva anche un buon occhio e si accorse che le mani del ragazzo, tenendo stretta la pistola, stavano tremando lievemente.
- ..JJ… - disse
- mh? -
- sei stanco… - sbottò un po’ secca – hai le mani che ti tremano…faresti meglio a fermarti davvero!! -
- sciocchezze!! – esclamò il ragazzo
- non ci sei abituato! Non puoi fare ogni volta di testa tua, stupido!! – lo rimproverò la ragazza
- … -
JaeJoong la guardò davvero seccato, ma come al solito, sapeva che l’aveva vinta lei.
Rimise lentamente la pistola nel suo taschino, imbronciato.
Jessica aveva ragione. Si sentiva davvero stanco.
- dia su! Andiamo a mangiare prima che comincino a pensare chissà cosa… - lo incitò la giovane
- va bene… - sorrise lui lievemente
**
- allora, come procede la situazione? -
Alla domanda del loro capo, ogni agente si diede subito da fare, di fronte ai grandi computer, mettendosi a lavorare all’impazzata, senza batter ciglio.
Poco lontano vi era un grande tavolo, dove vi erano seduti i membri più importanti dell’organizzazione e al centro, vi era il capo, che continuava indisturbato ad osservare alcune carte.
JunSu, seduto a fianco del capo e di Numero 01, nascose un leggero sbadiglio, che però venne intercettato dall’altro Agente, che sogghignò piuttosto contrariato.
- stanco, 02? – chiese ironico – o trovi semplicemente noiosa la riunione’ -
JunSu lo squadrò malamente
- nessuna delle due ipotesi Numero 01 – sorrise - l’unica cosa che trovo noiosa è la tua parlantina senza senso! – concluse
- … -
- figli, evitate di discutere… - sospirò il capo interrompendoli
i due si ricomposero quasi subito.
- Numero 01, è andata bene la missione? - chiese l’uomo
- si capo, nessun problema… -
- e tu, 02? – chiese poi – tutto bene a scuola? -
JunSu non si aspettava certo una domanda del genere e ne rimase un tantino colpito. Poi, discretamente, annuì.
- si signore… -
- Numeri 03 e 10? -
- niente da segnalare… - si limitò a dire piuttosto vagamente
In realtà, il loro comportamento era cambiato nell’ultimo periodo. Specialmente quello di Jessica. A dirla tutta però, chi stava cambiando in modo radicale, era lui.
- capo, posso parlare? -
Una ragazza, molto carina, si alzò leggermente dalla propria postazione. Aveva in mano un foglio stampato da poco al computer.
L’uomo la guardò sorpreso e interruppe la sua discussione con JunSu.
- certo, Numero 18… -
Lei s’inchinò leggermente
- oggi al lavoro c’è stato un problema… - spiegò
- problema? -
- due clienti non hanno pagato la somma che devono alla società…rischiamo gravi perdite! – disse calma
- oh…altri scocciatori…. – sbottò Numero 01
- sono due? - domandò il capo un po’ perplesso
- si signore….un imprenditore di poco conto e….un normalissimo fabbricante di occhiali… - spiegò
- questo si che è un problema… - sospirò JunSu poggiando la mano stanca sulla tempia – che motivazioni avrebbero per non pagare? -
- …uhm… - rispose la ragazza – uno è semplicemente in ritardo…l’altro è già la seconda volta che rinvia…i soldi servirebbero per l’università del figlio… -
- … -
Il capo scosse la testa, cose esausto dal troppo lavoro. Anche se in realtà, era serpe rimasto seduto su quella poltrona in pelle, a dare indicazioni e ordini.
- non possiamo occuparci di entrambi… - sbottò JunSu seccato – due omicidi sarebbero troppi anche per noi! -
- abbiamo una copertura perfetta…non dubiteranno… - lo interruppe Numero 01
- è sempre meglio non rischiare! -
- figli…basta semplicemente estirpare il problema…dalla sua causa… - li fermò il capo come in trans
- mh? -
- Numero 18! – ordinò – chi è quello che non ha pagato per due volte? -
- il fabbricante, capo – rispose la ragazza
- allora, ci occuperemo di lui in primis…riguardo l’imprenditore, voglio che sia tenuto d’occhio costantemente…per evitare che faccia troppi danni… -
- si signore… - esclamò Numero 18 prendendo nota
- capo cosa intende fare col fabbricante? – chiese poi Numero 01
- … -
Ci pensò su prima di rispondere.
- …lui ha un figlio no? Se si elimina la causa per cui non può darci il denaro…beh, credo proprio che non gli servirà più! -
Avevano tutti capito perfettamente ciò che aveva voluto dire.
Ci fu qualche risatina generale, seguita da un piccolo cenno di consenso. L’idea era geniale, come sempre e in quel modo, nessuno avrebbe mai dubitato ci loro.
Mentre tutti bisbigliavano i propri complimenti per la brillante deduzione, JunSu parve diventare pensieroso tutto d’un tratto.
- …posso sapere di chi si tratta? – domandò JunSu un po’ preoccupato
Un fabbricante di occhiali. Perché questo gli ricordava in maniera così nitida qualcosa?
- ti scannerizzo i dati sul computer, Numero 02 – disse Numero 18
E così facendo, in pochi attimi, nel computer di JunSu apparvero una serie di dati anagrafici e non, sul fabbricante di occhiali.
Lui li lesse attentamente, senza mostrare particolare interesse. Finché non notò le parentele con cui l’uomo aveva a che fare.
Cugini, nipoti, parenti, stretti…sapevano tutto su quell’uomo, così come per ogni altro cliente.
Solo che, quando lesse il nome del figlio, l’ unico che aveva tra l’altro, gli venne un nodo terribile allo stomaco e dovette rileggere almeno tre volte per esserne sicuro.
Il capo non lo notò ma impallidì a vista d’occhio.
- …m-ma questo… - balbettò
- qualche problema Numero 02? – chiese ironico 01 al suo fianco
- … -
- conosci qualcuno per caso? – sbottò allegro
- … -
JunSu cercò di nascondere il proprio turbamento
si alzò un po’ ansimante dalla propria postazione.
- no…e anche se conoscessi questo ‘qualcuno’ non me ne importerebbe nulla… - rispose infine cercando di essere più ironico e serio possibile
- dove vai, figlio? – chiese il capo
- …non mi sento bene …continuate senza di me… -
Infine, inchinandosi rispettosamente, spense il proprio computer e si diresse verso l’uscita della cosiddetta ‘sala congressi’ del grande palazzo della R.A.R, sotto lo sguardo vigile e divertito di Numero 01.
**
6 Dicembre
- 26 giorni alla sentenza finale.
- sica!!! La vuoi sapere la novità??? -
Yuri era tutta felice e pimpante quella mattina. Il sole pallido che a malapena illuminava, non aveva scalfito la spensieratezza, tipicamente sua.
Quando aveva visto in lontananza la sua migliore amica, accompagnata da JaeJoong, era corsa in fretta e furia verso di loro, spaventandoli entrambi esaltando letteralmente addosso a Jessica.
- q-quale? – domandò quest’ultima spaventata
- eheheh! YunHo mi ha regalato un vestito!!! – disse al settimo cielo
- un vestito? -
- ma che razza di regalo è??!! – rise JaeJoong
- è bellissimo! Blu scuro, lungo e da sera!! – spiegò – non vedo l’ora di indossarlo!! -
- non lo metterai per venire a scuola spero! – sorrise Jessica
- certo che no!! – sbottò la giovane
- conoscendo i gusti di YunHo sarà un obbrobrio… - scherzò il moro
- spiritoso!! Invece è favoloso!!! -
- come mai te l’ha regalato?? –chiese Jessica
- boh, semplicemente un regalo!! – spiegò Yuri
Jessica le sorrise dolcemente mentre continuava a spiegarle come era fatto l’abito. Guardò per qualche istante il proprio ragazzo, che non la smetteva di scherzare su YunHo, stuzzicando l’amica con battutine ironiche. Si sentiva bene quella mattina, era da un bel po’ che non faceva più incubi su sua madre o su chiunque avesse ucciso. Le capitava spesso di sognare l’esatto momento in cui sparava verso donne, uomini e addirittura giovani. Ricordava distintamente ogni volto, ogni espressione terrorizzata di ognuna delle sue vittime che, in un qualche modo, sembravano maledirla, magari augurandole una morte altrettanto crudele.
- ecco JunSu e LiYin!! – esclamò all’improvviso Yuri
- e-eh? –balbettò Jaejoong sorpreso
La ragazza indicò l’ingresso della scuola, laddove si stavano dirigendo tutti gli studenti come loro. Erano leggermente in anticipo quel giorno.
JunSu e LiYin stavano probabilmente discutendo sui nuovi orari scolastici.
- …che ne pensi Oppa? – chiese la ragazza con fare tremendamente gentile
- …mah…per me sono ok…forse sposterei le due ore di educazione fisica di questa classe… - esclamò JunSu leggendoli uno per uno
Sembrava particolarmente poco in vena.
- …tu dici? -
- si..penso che andrebbe bene… -
- toh guarda! Ci sono gli altri! – esclamò LiYin
JunSu si voltò e salutò, anche se non con molto entusiasmo, i tre amici che si stavano avvicinando a loro.
Li salutò piuttosto distrattamente come non avesse voluto dare importanza alla cosa, come, in un certo senso, se non avesse voluto nemmeno voglia di vederli.
- finalmente siete arrivati! – sorrise LiYIn – ce ne avete messo! –
- beh sai, non è che moriamo dalla voglia di andare a scuola, noi esseri normali! – scherzò Yuri
- oggi quella di filosofia interroga… - osservò Jessica
- ecco appunto… - sbottò l’amica deprimendosi all’improvviso
- posso capire Yuri, ma tu Sica? sei preoccupata? – domandò JaeJoong curioso
- naaah… -
- e ti credo!! Prende sempre dieci! - sbottò Yuri
- io non dormo in classe…. -
JunSu, tra una chiacchiera e l’altra, aveva notato che mancava YunHo all’appello e, segretamente, si chiedeva dove fosse e se fosse rimasto a casa per qualche particolare motivo.
JaeJoong forse ne sapeva qualcosa, essendo il suo migliore amico. Provò a cercare il suo sguardo per domandaglielo, ma quest’ultimo era troppo impegnato a prendersi gioco di Yuri.
- AAAAAAAAAAAMOOOOOOOREEE!!! -
All’improvviso, qualcuno urlò, distruggendo i timpani del povero JaeJoong, che si sentì subito, letteralmente ‘appeso’ da due braccia che in mezzo secondo gli avevano cinto il collo decisamente forte e sbaciucchiandolo sulle guancie.
- MI SEI MANCATOOOOO!!! -
- m-ma che..?! – balbettò il malcapitato
Era YunHo, pimpante quanto Yuri quella mattina.
- Y-YunHo!!! Lasciamiii!!! –esclamò JaeJoong cercando di toglierselo di dosso
- dillo che hai preso paura!! – sorrise il ragazzo
- paura no…ma mi hai fracassato i timpani con la tua urlata, questo si!!! -
- è comunque qualcosa… - sbottò soddisfatto ugualmente
- oh ma guarda un po’ chi è arrivato… - sbottò Yuri osservando la scena
Sembrava arrabbiata, ma tutti sapevano, incluso YunHo che lo faceva apposta per stare al gioco del proprio ragazzo.
- oh gemma della mia vita!! – recitò YunHo quasi a memoria, facendole gli occhi dolci
- tsk! – sbottò lei
- ecco, vai dalla tua fidanzata, brutto infame!! Che la mia si sta adirando!! – lo sgridò JaeJoong lanciando un occhiata ad una Jessica un po’ irritata
- per me potete fare quello che volete voi due… - esclamò ironica
- mi tradisci così!?? – si disperò il moro
- quanta allegria stamattina! – notò LiYin contemplando la scena, ridendo
- un giorno YunHo dovrà scegliere se stare con me o con JaeJoong – esclamò Yuri
- posso stare con tutti e due??? -
- scordatelo!!! -
- …ma il mio parere conta o nooo??? - domandò JaeJoong con fare a dir poco disperato dalla situazione equivoca
- penso che ora sarebbe il caso di finirla con queste pagliacciate… -
Tutti smisero di scherzare. I due ragazzi si fermarono e Jessica alzò lo sguardo, rivolta verso JunSu, che aveva appena parlato.
Anche LiYin, che fino a poco prima sorrideva beatamente, adesso era un po’ perplessa e continuava a guardar l’amico con una certa preoccupazione.
JunSu dal canto suo, si sentiva scoppiare di rabbia in quel momento.
- la campanella sta per suonare, è ora che andiamo in classe!! – sbottò serio
- … -
- …JunSu ma che ti prende? – domandò Jessica apprensiva
- oppa…? - chiese LiYin con la sola forza dei suoi occhi
- … -
Si sentiva tremendamente chiamato in causa ora. Aveva tutti i loro sguardi puntati addosso e non capivano. Nemmeno lui, in realtà, capiva il perché di quel suo atteggiamento improvvisamente egoista e cattivo nei loro confronti.
Aveva visto YunHo e JaeJoong ridere e scherzare come due eri amici. E una morsa lo aveva attanagliato, ferendolo.
E non perché era egoista.
Non perché sapeva che non avrebbe mai avuto un rapporto così con nessuno di loro.
Ma più semplicemente perche quelle risa sincere di YunHo, lo avevano fatto sentire male a tal punto.
- ….muovetevi….vi aspetto in classe… - si limitò a dire senza guardare nessuno negli occhi e dirigendosi dentro l’edificio.
**
- ehi… -
- … -
- ..posso parlarti? -
JunSu evitò lo sguardo di YunHo, ma il suo compagno di classe continuava a girargli intorno con l’intento di parlargli.
Era arrivata la ricreazione e tutti gli studenti erano corsi fuori in giardino. JaeJoong aveva chiesto a YunHo di parlare con JunSu perché lui non voleva averne niente a che fare e così, il ragazzo si era ritrovato faccia a faccia con lui, un po’ arrabbiato da quella ‘intrusione’ imprevista, a dire il vero.
- se è una cosa veloce si… - sbottò seccato e posando il libro di matematica
YunHo fece un sorrisino compiaciuto. Prese una sedia dal banco davanti e la voltò, sedendosi proprio di fronte all’amico, che continuava a fissare altrove.
- si può sapere che hai oggi? -
Ecco cosa odiava di YunHo. La sua innata capacità di arrivare al sodo subito e senza mezzi termini.
- niente – esclamò secco - ma a te non deve importare! -
- a me forse no…ma gli altri sono preoccupati…LiYin è venuta per chiedermi cosa avessi… -
- … - in un primo momento sembrò ribattere, ma poi ci ripensò e disse solo – e tu che gli hai detto? -
- dimmelo tu! - rispose YunHo facendosi serio
- … -
Più lo guardava, e più voleva evitarlo.
- devo ripetercelo?! Non ho niente… -
Odiava che gli si facessero gli interrogatori. E odiava ancora di più il fatto che in quel momento fosse proprio YunHo a farglielo.
Un insulso ragazzino che avrebbe potuto annientare anche ad occhi chiusi. Non era la prima volta che gli veniva da odiare YunHo.
Aveva ogni cosa, una ragazza che lo amava, degli amici e soprattutto, era il migliore amico di JaeJoong.
Un ruolo che aveva da sempre voluto avere lui ma che inevitabilmente aveva perduto a causa del suo carattere e della sua posizione.
A volte gli era pure saltato in mente di ucciderlo, perché la smettesse di dagli fastidio.
Ma poi, nonostante l’impulso omicida, si immaginava il volto triste e sconsolato di Yuri e così, finiva per lasciar perdere.
- te la sei presa oggi! – spiegò il ragazzo - si scherzava, non vedo cosa ci sia di male… -
- …sono affari miei…tornatene dai tuoi amici… - sbottò infine
- guarda che sono anche i tuoi! – osservò YunHo
- io non ho amici, chiaro?! -
JunSu non si era reso conto di essersi alzato in piedi, in preda all’ira.
YunHo, del tutto tranquillo, lo guardava mentre con lo sguardo di chi avrebbe voluto uccidere qualcuno imprecava a bassa voce, cercando qualcosa di sensato da dire.
Il moro alzò gli avambracci in segno di perdono e scosse la testa.
- ok ok…tu non hai amici… - esclamò – e LiYin cos’è? -
- …ti piace provocarmi? – chiese JunSu
- no ma….io penso che lei ti consideri un amico… -
- …. -
- e anche Jessica, JaeJoong, Yuri…. - continuò calmo
- … -
- e anche io… - sorrise infine
- … -
E all’improvviso. Cos’era quel volto stranamente sereno che vedeva in YunHo? Cos’era quell’aura calda, quel torpore che sembrava averlo colto? JunSu lo guardò per la prima volta fisso negli occhi, incredulo e allo stesso tempo impaurito da tanta sincerità.
Perché con lui, Yuri e LiYin non riusciva ad essere se stesso? Nemmeno una volta ci era riuscito. riuscivano sempre a trovare il lato più vulnerabile di se stesso.
- …cos’è? Una dichiarazione d’amore? – domandò infine un po’ scettico
- interpretala come vuoi! – sorrise YunHo
- … -
- … -
- ….grazie…per l’interessamento… -
JunSu aveva preso fiato prima di esclamare quelle parole.
Per lui erano state pesanti da dover dire ma adesso che ci era riuscito si sentiva già un po’ meglio e più sicuro.
La faccia di YunHo divenne buffa tutto d’un tratto e sorrise, questa volta, soddisfatto.
E proprio in quell’istante, la campanella aveva suonato, segnando il re inizio delle lezioni.
YunHo si alzò dalla sedia e la rimise al posto giusto, tirando poi una pacca sulla spalla di JunSu.
- guarda che se vuoi parlare…ci siamo… - sorrise
- … -
Il giovane ci pensò su e YunHo capì al volo.
- …perché…c’è qualcosa che ti preoccupa, dico bene? - chiese
- … -
E mentre gli altri alunni cominciavano a rientrare, JunSu per la prima volta era in bilico fra l’essere sincero e mentire spudoratamente come aveva finora sempre fatto.
C’era quel pensiero, che occupava costantemente la sua mente dal giorno prima e che non voleva decidersi di andare via.
YunHo era lì per ascoltarlo e lui, forse avrebbe dovuto accettare e parlargli. Forse sarebbe servito a qualcosa!
Forse, avrebbe potuto cambiare le cose in meglio.
E quegli occhi, gli sembravano così vivi, che era completamente paralizzato.
Ma proprio non poteva.
- …una cosa ci sarebbe… - disse
- cioè? -
- … -
No. Le cose non sarebbero mai potute cambiare.
- …in questi giorni…sta con Yuri…falla divertire…state insieme… -
YunHo lo guardò strano
- …mh?- poi sorrise lievemente preoccupato – perché ti interessa tanto? -
- tu fallo e basta! – tagliò corto – intesi? -
- …o-ok! - rispose un po’ titubante – ma non serviva che me lo dicessi! -
Poi gli sorrise e tornò a sedersi al suo posto.
JunSu dapprima continuò a fissarlo e poi, all’entrata di JaeJoong e del professore, tornò ai suoi libri, pensieroso.
Si malediva.
Non era stato come voleva, e lo sapeva. Eppure, non c’era nulla che potesse fare per cambiare le cose.
L’unica cosa che poteva fare, l’aveva appena fatta.
**
- una convocazione? -
JaeJoong, quando apprese quella notizia, per poco non cadde dalle nuvole. Persino Jessica parve sorpresa quando Numero 02, in altre parole, JunSu, era venuto apposta per informare entrambi.
Dopo la scuola, erano andati a farsi un giro mentre Numero 02 era tornato alla R.A.R, piuttosto giù di morale. Aveva detto ai due che andava tutto bene e gli aveva chiesto scusa per l’accaduto di quella mattina.
In seguito, li aveva fatti richiamare immediatamente alla base, senza nemmeno che fosse passata un ora dal loro ultimo incontro.
- già…io e voi due….adesso, dal capo! – spiegò senza troppi mezzi termini
JaeJoong sembrava perplesso. Da quando convocavano anche lui insieme a Numero 02 e 03?
- e…per cosa esattamente? - domandò poi
- …una nuova missione…piuttosto importante! – esclamò JunSu
Un'altra? – disse Jessica – ma l’ultima che abbiamo eseguito risale… -
- è così e basta! Non chiedetemi nulla, ne so quanto voi… - sbottò JunSu un po’ stressato, percorrendo quel vasto corridoio che li stava conducendo alla sala congressi.
Il suo passo era piuttosto veloce e non sembrava nemmeno respirare. I due agenti non riuscivano a nascondere la loro preoccupazione, soprattutto per il fatto che Numero 02 non aveva voluto dire loro nulla. Aveva detto i saperne quanto loro, ma la verità era che non gli credevano nemmeno un po’. L’aveva detto con un tono così ‘finto’ che anche la più stupida delle persone non gli avrebbe mai creduto.
Quando JunSu si fermò, entrambi fecero altrettanto, quando la porta automatica si spalancò davanti ai loro occhi. Jessica ci era abituata ma per JaeJoong era tutto nuovo. Fino ad allora si era sempre limitato a ricevere ordini dai subordinati e mai dal capo in persona. E inoltre, si era sempre trattato di sciocchezze, per così dire.
La sala Congressi era molto ampia, illuminata da enormi lampadari appesi all’altissimo soffitto. Non c’era nulla, solo due tavoli giganteschi. Il più grande era quello del capo.
L’altro aveva circa cinquanta posti a sedere e ognuno aveva il proprio computer. Un maxischermo era collocato in fondo alla stanza.
- benvenuti! – sorrise il capo una volta che furono entrati
Con lui, c’era anche Numero 01
- buona sera capo! – s’inchinò JunSu
Jessica e JaeJoong lo imitarono alla perfezione
- penso che sappiate il motivo per cui siete qui, figli! -
Tutti e tre annuirono, ma con poca convinzione
- c’è una nuova missione! - intervenne Numero 01
- di che si tratta? – chiese Jessica
- vi comunicherò i dettagli più tardi…ora…il capo vi ha mandati tutti qui per un motivo molto semplice… - spiegò
JunSu vide sorridere leggermente il capo, a pochi passi da Numero 01
- …questa missione verrà effettuata da uno di voi tre! - continuò
JunSu divenne perplesso. Jessica lanciò un’occhiata nervosa a JaeJoong, che lo era altrettanto ,anche se, da un certo punto di vista, poteva dire di essere tranquillo. Non sarebbe mai potuto toccare a lui un ‘onore’ simile.
Poi, il capo si fece avanti, verso di loro. Rimasero immobili, col cuore in gola, in particolare JunSu, che non riusciva proprio a nascondere la propria preoccupazione.
- … -
- … -
- …Numero 10…vieni avanti… -
JaeJoong credette di non aver sentito bene. Alzò violentemente lo sguardo verso il proprio capo, che con la mano, gli chiedeva di farsi avanti.
Jessica sembrò attonita e spaventata allo stesso tempo, indecisa se intervenire oppure no.
JunSu. Beh, lui era praticamente senza parole.
- ..e-eh ?! - balbettò JaeJoong - …i-io? -
Il capo continuava a sorridere
- non avere timore Numero 10… - disse lievemente
- … -
Il ragazzo avanzò di qualche passo e, in pochi attimi si trovò faccia a faccia con l’uomo. Non riusciva a guardarlo in faccia per più di tre secondi.
- m-mi scu-si…m-ma io… -cominciò a dire agitato
- ho scelto te, figlio..perchè credo che sia ora di darti una chance… - spiegò il capo - …vero numero 03? -
La ragazza, chiamata in causa, annuì nervosamente.
Non era proprio possibile. Il suo JaeJoong, così dolce e gentile, stava per diventare un Killer come lei?
- i-io… - balbettò JaeJoong
- NO!! -
All’improvviso, intervenne JunSu facendosi avanti.
Il capo e Numero 01 vi rimasero sorpresi. Numero 02 tremava di rabbia e aveva i pugni serrati.
-che succede Numero 02? – chiese l’uomo
- non lui, mi rifiuto!! – sbottò – Numero 10 non è adatto ad una missione del genere! –
JaeJoong lo guardava con un misto di amarezza e stupore
- e’ un agente in gamba, 02…saprà mantenere alto il nome della società… -
- NO! PER FAVORE, MANDATE ME! – urlò deciso
- …J-JunSu…? – sussurrò Jessica a bassa voce
- mandate me! Io farò un lavoro migliore di Numero 10!! – esclamò JunSu tremante
- …Numero 02…questa è la mia volontà.. – spiegò il capo - andrà tuo fratello… -
- ma… -
- Numero 02! Basta così! -sbottò arrabbiandosi
- … -
JunSu si fermò di colpo. Il capo aveva un volto serio e incuteva un certo timore. Si sentiva esplodere e tremava come una foglia scossa dalla tempesta.
No, questo era davvero troppo per lui.
- m—MALEDIZIONE!! - urlò
E senza dire una parola, senza inchinarsi al cospetto dei suoi superiori, si voltò a sguardo basso e corse verso l’uscita della sala, arrabbiato, deluso, sconfitto.
E triste.
**
- chi ti credi di essere eh?! -
JunSu si bloccò a metà corridoio, senza voltarsi verso i compagni che lo avevano seguito fuori dalla Sala Congressi, dopo il congedo del capo.
JaeJoong lo stava fissando con puro odio negli occhi.
- Numero 10 calmati.. – ordinò Jessica cercando di essere autoritaria il più possibile
- pensi che non lo sappia fare il mio lavoro?! Pensi di essere meglio di me solo per il grado che porti?! - urlò il moro accecato di rabbia
JunSu non si mosse.
- chiudi quella bocca… - sbottò senza voltarsi
- che ti è preso eh?! Ora vuoi pure soffiare le missioni agli altri?! Sei geloso?! -
- NON CAPISCI UN ACCIDENTE!! – urlò a sua volta JunSu esasperato
- … -
In quell’attimo, smise di tremare e JaeJoong rimase immobile sul posto, continuando a non capire
- non capisci!! Così non va bene!! –
- c-che vuoi dire?! – chiese
- VOGLIO DIRE…che se tu fossi intelligente andresti dal capo e gli diresti che rinunci!! – spiegò urlando
- COME SAREBBE?! -
- calmati.. . – gli diceva Jessica - JunSu…è solo una missione…perché fai così? – chiese poi
- NON E’ COSI’!!! – sbottò il ragazzo – sarà molto peggio questa volta!! -
- … -
- Numero 10 tu…tu quando premerai quel grilletto diventerai il killer della razza peggiore che possa esistere!! – spiegò – e quando ti accorgerai di chi avrai davanti sarà troppo tardi!! -
- …m-ma che stai dicendo?! Che vuol dire?! – chiese il ragazzo confuso
- … -
- JunSu?! – lo chiamò con il suo nome reale
- … -
- … -
- …m-mi dispiace fratello… - sospirò quasi tristemente
- …? -
- ….m-ma io, da qui in avanti non posso più aiutarti… -